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Ospite: Vittorio Messori / Argomento: Cristianesimo
Sabato 17 settembre 2011 si è svolta a Staggia Senese la terza edizione del "Giorno del Timone". Al mattino il Solenne Pontificale è stato celebrato da mons. Francesco Moraglia, Vescovo di La Spezia. I numerosi fedeli hanno assistito in raccoglimento a questo momento di preghiera, comprendendo bene che solo affidandosi al Signore la battaglia in difesa della fede cattolica può avere successo. Nell'omelia il Vescovo, molto apprezzato, ha sottolineato come sia importante al giorno d'oggi lo scopo che si prefigge già dal titolo la rivista del Timone: tenere ferma la rotta della nave in un mare di tempeste.
Durante la giornata è stato possibile visitare stand con la migliore produzione dell'editoria cattolica grazie ad associazioni cattoliche selezionate.
Nel pomeriggio c'è stata la conferenza apologetica fatta dal noto collaboratore del Timone Andrea Tornielli, vaticanista della Stampa. Il titolo dell'intervento è stato uno dei temi classici dell'apologetica: "La storicità dei vangeli".
L'altro illustre ospite della terza edizione de Il giorno del Timone della Toscana, è stato Vittorio Messori. A lui è stato assegnato il premio "Viva Maria" perché, da cattolico fiero di essere tale quale è, è stato e continua ad essere un tenace testimone della fede cattolica e un fervente apologeta, teso sempre alla difesa della fede e della Chiesa. È tra coloro che ha ispirato la nascita del Timone e senza il suo prezioso contributo questa rivista mensile di apologetica probabilmente non esisterebbe.
Egli ci ha narrato la sua esperienza di convertito, come a lui non piace definirsi, perché ritiene che ogni cattolico debba, in fondo, ogni giorno convertirsi staccandosi dai propri peccati.
Tuttavia, nella sua vita c'è stata una decisa frattura: da ostico laicista e beniamino del mondo laicista è diventato una sorta di reinventore dell'apologetica cattolica. Ha dimostrato come lo sforzo di far partecipare la ragione alla fede sia attuale.
La sua scoperta della fede è stata determinata da un incontro traumatico, avvenuto sulle pagine del Vangelo, con Gesù. Come San Paolo fu abbagliato da quel sole che è Cristo, tanto che, come in tutta la letteratura paolina, nel suo libro "Ipotesi su Gesù", Messori parlò di Gesù senza mai nominare sua madre Maria. E non perché avesse qualcosa contro Maria, soltanto perché il suo sguardo era tutto rivolto a quell'incontro fatale con Colui che l'aveva accecato.
Divenuto molto amico dell'allora cardinale Ratzinger, dopo averlo intervistato per scrivere il libro "Rapporto sulla fede", scoprì come anche lui all'inizio avesse avuto un rapporto di indifferenza, quasi diffidenza nei confronti di Maria. Ma poi iniziò ad approfondire lo studio su Gesù; e più studiava Gesù, più incontrava Maria e si rendeva conto della sua importanza.
Più tardi Messori, anche su richiesta degli editori di "Ipotesi su Gesù" decise di scrivere "Ipotesi su Maria", dubitando di riuscire a raccogliere materiale sufficiente per comporre un libro. Con sua estrema sorpresa scrisse ben 50 capitoli, ma si accorse che avrebbe potuto scriverne almeno altri 50. Una delle prove del mistero che circonda Maria è proprio l'inesauribilità di cose da dire su di lei.
In seguito scrisse un altro libro su Maria, "Gli occhi di Maria", in cui trattò delle lacrimazioni di diverse immagini e statue della Madonna nel periodo delle insorgenze e che coinvolsero anche la Toscana, in seguito all'arrivo di Napoleone.
Adesso è al lavoro con un libro in cui cerca di dimostrare che le apparizioni di Lourdes a Bernadette sono vere. Se Lourdes è vera, sostiene Messori, la fede stessa è vera: esiste davvero un Dio, esiste la Madonna e la Chiesa è una realtà veramente voluta da Dio. Andando a Lourdes si nota come questo sia un luogo davvero cattolico e si capisce che Maria non è un optional della fede, non è roba da vecchiette sentimentaliste, ma è parte integrante di tutta la fede cattolica. Del resto, lo stesso Papa Pio XII ha dedicato a Lourdes un'intera enciclica.
Purtroppo la fede è ciò di cui attualmente ci si preoccupa meno, ha continuato a spiegare Messori. Dalla bagarre clericale di contestazione post-conciliare ha preso avvio il cattocomunismo, la teologia della liberazione e la "teologia del fare" che mettono avanti a tutto la carità, ma che dimenticano ciò da cui quest'ultima scaturisce, cioè la fede. Le opere di carità non sono altro che la manifestazione concreta della fede, il bisogno istintivo di tradurre in pratica ciò che Gesù risorto ci ha trasmesso. Non dobbiamo dimenticare, sostiene ancora Messori, che la carità concreta è secondaria rispetto al desiderio di carità spirituale; la cosa più importante è proporre al bisognoso la fede, perché "non di solo pane vive l'uomo", dice Gesù.
Studiando la figura di Maria viene rafforzata e spiegata meglio la figura di Gesù e così anche la nostra fede ne esce rinsaldata. Con il Concilio di Efeso fu dato un titolo molto importante a Maria, quello di "Madre di Dio". Tale titolo conferma l'incarnazione: il Logos per venire al mondo ha voluto incarnarsi nell'utero di una donna, che lo ha partorito.
Anche il dogma dell'Assunta ha da dire qualcosa alla nostra fede: Maria assunta in cielo in corpo e anima è la nostra avanguardia e ci mostra quello che avverrà anche a noi alla fine dei tempi. Lo stesso Gesù è risorto e asceso al cielo, ma Gesù è Dio, mentre Maria è una creatura come noi e la sua assunzione ci garantisce che è possibile anche per noi creature arrivare in cielo.
Messori ha continuato il suo discorso spiegando il rapporto tra Maria e la Chiesa.
La prima volta che appare Maria nel Vangelo è con l'episodio dell'Annunciazione, mentre l'ultima è con la Pentecoste, cioè quando nasce la Chiesa. Ecco che Maria oltre ad essere Madre di Dio è anche co-fondatrice della Chiesa. La Chiesa, proprio come Maria, è anche Madre: infatti durante ogni Eucarestia il sacerdote dà la vita a Cristo; Cristo a sua volta rinasce ogni volta dando vita alla Chiesa. Come Maria, inoltre, la Chiesa è Immacolata, certo non nel suo volto umano ma sicuramente in quello istituzionale.
Maria è anche per noi la mediatrice presso Dio: nel Giudizio Universale dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina, aggrappata al mantello di Gesù, che si appresta a giudicare, c'è Maria. Nel momento del giudizio, in Cristo dovranno esistere la misericordia ma anche la giustizia e a questo riguardo Sant'Alfonso Maria De Liguori diceva: "Anche se ai peccatori più incalliti Gesù chiuderà la porta in faccia, ci sarà Maria pronta a farli entrare dalla finestra".
Messori ha concluso il suo applauditissimo intervento spronando tutti ad invocare Maria, a farla conoscere ed amare, affinché Ella sia per noi mediatrice durante la nostra vita e soprattutto nell'ora della morte.
Alla fine della sua testimonianza, il direttore del Timone, Gianpaolo Barra ha consegnato allo scrittore il Premio "Viva Maria!" dedicato alla Vergine del conforto che è conservata ad Arezzo. Il premio è rappresentato simbolicamente da una perfetta riproduzione della Madonna del conforto di Arezzo. Evidente è stato il motivo che ha spinto gli organizzatori a chiamare "Viva Maria!" questo premio: come ai tempi di Napoleone, è in atto un attacco alla fede cattolica. Ora come allora c'è bisogno che ci sia un forte movimento di popolo di reazione che difenda la Chiesa da questi attacchi.
Ecco la motivazione del premio tratta dalla pergamena: "A Vittorio Messori, giornalista e scrittore, perché come i Viva Maria dell'insorgenza toscana, valorosi testimoni della fede, anch'egli ha promosso e difeso con la parola e con lo spirito la bellezza della fede cattolica e le ragione per credere".
Questa giornata, organizzata per la terza volta a Staggia Senese, ha visto anche quest'anno la partecipazione di oltre seicento persone convenute da tutta la regione. Il Giorno del Timone è infatti uno dei più grandi eventi culturali della Toscana e si proietta già all'organizzazione della quarta edizione che come quelle passate sarà il terzo sabato di settembre.
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