Conferenza n.47 del 11 marzo 2011
Ospite: Francesco Agnoli / Argomento: Cristianesimo

COME IL CRISTIANESIMO HA COSTRUITO UNA CIVILTA'
Un'affascinante viaggio nella storia, utile per riscoprirci cristiani

Venerdì 11 marzo si è tenuta la 47° conferenza del Centro Culturale "Amici del Timone" di Staggia Senese, dal titolo "La novità di Cristo nella storia. Come il cristianesimo ha costruito una civiltà". L'ospite è stato Francesco Agnoli, giornalista e scrittore, conduce una tavola rotonda mensile su Radio Maria e scrive sul Timone e sul Foglio.
Un'affascinante viaggio nella storia, utile per riscoprirci cristiani, non solo perché appartenenti alla religione del Cristo incarnato, ma anche perché appartenenti ad un popolo, quello italiano, dalle radici fortemente cristiane, come del resto tutta l'Europa.

NUOVO RAPPORTO DELL'UOMO CON DIO
Ad uno studio attento e non superficiale della storia del cristianesimo non possono sfuggire i frutti positivi e visibili che la religione del Dio fatto carne ha portato. La più grande e stravolgente novità è il rapporto nuovo che nel cristianesimo si è venuto a creare fra l'uomo e la divinità. Un rapporto per cui Dio non è più lontano e indifferente ma si manifesta e si fa chiamare Padre. Di pari passo và la creazione del concetto di persona. La creatura è creata dal Dio trascendente come unica, irripetibile, a immagine e somiglianza di Dio stesso.
È alla luce di questo nuovo concetto di persona che le categorie più deboli e meno significanti al tempo delle culture pre-cristiane (bambini, donne, vedove, schiavi) iniziano a vedersi riconosciuti dei diritti.

RICONOSCIUTI PER LA PRIMA VOLTA I DIRITTI DEI BAMBINI
Nel mondo romano, che non era nemmeno uno dei più culturalmente arretrati, un bambino era riconosciuto solo se veniva sollevato da terra dal pater familie, altrimenti veniva esposto, cioè abbandonato in un angolo della strada, preda delle bestie o di chi lo prendeva per farne uno schiavo. Anche i genitori in ogni momento potevano venderlo come schiavo (o come prostituta se era una bambina). Nell'antica Roma l'infanticidio era culturalmente accettato quindi molto abbondante. Anche in Grecia i bambini malformati venivano buttati giù dalla rupe.
Vi erano poi varie superstizioni per cui bambini nati con delle voglie o sotto una costellazione particolare o con problemi di salute, erano considerati maledetti. Ancora oggi esistono queste superstizioni in paesi non cristiani come in alcune zone dell'Africa.
Non solo nelle civiltà pre-cristiane, ma ancora oggi dove non c'è il cristianesimo i bambini non sono considerati persone. In Cina o in India si consumano infanticidi di massa di bambini anche già nati, specie se donne. In Cina poi, con la politica del figlio unico, le donne sono costrette ad abortire o alla sterilizzazione forzata. In India si trovano perfino cartelloni pubblicitari delle cliniche per abortire. Ma purtroppo anche nell'occidente scristianizzato viene praticato l'aborto, anche quello selettivo. La cura per il bambino e la rivendicazione della sua dignità, in quanto persona fatta ad immagine e somiglianza di Dio è tipica del cristianesimo, così come l'invenzione degli orfanotrofi.

RICONOSCIUTA LA DIGNITÀ DELLA DONNA
Il cristianesimo ha inoltre affermato la pari dignità fra uomo e donna. Nel mondo antico la donna non discuteva, non disturbava, in pratica non esisteva. Le uniche figure femminili che si trovano nei poemi antichi non sono figure positive o donne dai facili costumi come Medea, Circe, Elena di Troia o le concubine del mondo orientale. Gesù crea il matrimonio cristiano, fondato sulla monogamia indissolubile e in cui i due coniugi, che sono i ministri del rito devono sposarsi facendo un atto di volontà, liberi di scegliere. La Chiesa, attraverso i suoi Concili ha ribadito spesso la necessità di abolire i matrimoni combinati o quelli forzati. Prima di Cristo c'era la poligamia; e cos'è la poligamia se non la chiara affermazione della sovranità dell'uomo sulla donna? E nelle società un po' più evolute moralmente c'era la monogamia con diritto di ripudio. L'uomo stava con una donna sola alla volta. Ciò significava che in ogni momento poteva ripudiarla. Ovviamente solo l'uomo poteva praticare il ripudio. Due motivi di ripudio tipici erano la sterilità, perché ovviamente si pensava che fosse colpa solo della donna e l'adulterio commesso dalla donna. Ovviamente l'uomo poteva commettere adulterio e aveva tutta una serie di schiave con cui poterlo compiere liberamente. Il cristianesimo afferma che l'adulterio è peccato mortale per entrambi i coniugi. Cristo interviene nella storia portando la pari dignità fra uomo e donna, ecco perché i secoli del cristianesimo sono pieni di donne protagoniste che fondano scuole e ospedali. Perfino l'annuncio della Resurrezione è affidato a delle donne, che per gli ebrei non avevano neppure il diritto di testimoniare in tribunale, dato che la loro testimonianza non valeva.
Se nell'occidente si è sviluppato il femminismo è solo perché il cristianesimo ha dato molta più libertà alla donna. Alcuni esempi fra le prime donne occidentali che, convertite al cristianesimo,  hanno fondato centri di accoglienza o per la carità sono Fabiola, Eudoxia, Elena, Olimpia. Del resto anche le moderne Francia e Spagna sono state create da due donne: Santa Giovanna D'Arco e Isabella di Castiglia.

UNA NUOVA CONSIDERAZIONE PER LE VEDOVE
Un altro ambito in cui il cristianesimo è stato innovativo è quello della vedovanza.
In India, in Egitto e nel mondo atzeco, sulla pira del marito morto venivano immolati anche la moglie, i figli e il bestiame, che dovevano accompagnare il defunto nell'aldilà. Ancora oggi, le vedove indiane spesso rimangono vittime di incidenti ovviamente provocati perché la società non vuol prendersi carico di donne rimaste sole. Ecco perché quelle che ci riescono si ritirano in un paese dove vivono tutte insieme per sostenersi a vicenda.
Nella cultura romana una vedova doveva risposarsi non prima di sei mesi, sennò era una vedova allegra, ma non dopo un anno, perché sennò restava senza la tutela di un uomo per troppo tempo. L'arrivo del cristianesimo nella società romana stravolge questa visione, donando dignità anche a quelle donne che decidono di non risposarsi. Olimpia, moglie del Praefectus Urbis, rimasta vedova, riuscì a non risposarsi. Molte altre vedove crearono posti di ospitalità e ospedali e dedicarono la loro vita interamente agli altri.

ABOLIZIONE DELLA SCHIAVITÙ
Altro cambiamento epocale è stata l'abolizione della schiavitù. Nel mondo pre-cristiano la schiavitù era presente in tutte le civiltà, comprese quella greca e quella romana. Per i greci gli stranieri erano schiavi per natura. Per i romani invece lo schiavo per natura non esisteva ma vi era quello per diritto positivo, cioè in base a dei casi stabiliti per legge: prigionieri di guerra, schiavi per debiti, bambini abbandonati. A Roma il 35% della popolazione era rappresentata da schiavi. Essi erano considerati delle cose: non avevano il diritto di sposarsi e spesso finivano nei giochi gladiatorii sbranati dalle bestie. Se uno schiavo si ribellava ne venivano uccisi un centinaio, per scongiurare il pericolo di rivolte. Neppure gli schiavi che si ribellavano concepivano una società senza schiavi; essi, infatti, lottavano non per abolire la schiavitù, ma per liberare sé stessi e avere dei propri schiavi.
Ovviamente la novità portata dall'annuncio del Vangelo porterà ad una conversione molto lentamente. Costantino vietò di marcare a fuoco gli schiavi; sant'Agostino raccolse dei soldi per riscattare gli schiavi. Sant'Ambrogio ruppe e fece vendere i vasi sacri per riscattarli, (anche Pio XII farà fondere dell'oro sacro per riscattare alcuni ebrei); Melania, la più ricca ereditiera dell'impero romano, convertita al cristianesimo liberò ottomila schiavi. Il cambiamento fu lento ma progressivo. In seguito gli schiavi iniziarono a sedere a Messa con i loro padroni; un concilio ecumenico affermò che la domenica gli schiavi non dovevano lavorare; un altro dette agli schiavi la possibilità di sposarsi (fino a quel momento i figli nati da schiavi erano proprietà dei padroni). In seguito venne vietata la pratica di mettere a morte gli schiavi per sacrificarli agli dei.

L'IMPORTANZA DEL CORPO
Un'altra grossa novità del cristianesimo è l'importanza del corpo, strettamente in unione con l'anima. La consapevolezza che Cristo stesso si era incarnato e aveva patito nella carne toglieva dal corpo il marchio di peso o di male, tipico delle culture gnostiche o di quelle orfiche. Ecco che i cristiani, dando importanza al corpo come all'anima, iniziarono a prendersi cura dei malati e fondarono così gli ospedali. Insieme agli ospedali ci fu una fioritura della medicina. Alcuni fondarono gli Ospedali degli incurabili, i lebbrosari o gli ospedali per sifilitici. Uno di questi è stato Ettore Vernazza che alla fine fondò anche un lazzaretto a Genova e morì fra gli appestati.
Solo l'amore soprannaturale insegnatoci da Cristo può portare l'uomo ad una vita spesa interamente per l'altro, come faceva Madre Teresa che in India, all'inizio della sua missione, veniva presa a sassate. Infatti secondo l'induismo, che predica la reincarnazione, i malati e i poveri pagano le colpe della vita precedente. In più secondo la legge delle caste l'ombra del paria non deve toccare l'ombra del bramino e i villaggi dei paria vengono spesso bruciati. Molti paria si convertono quando capiscono che per il vero Dio, Gesù, abbiamo tutti la stessa dignità e per questo possono sposare chi vogliono, anche se appartenente ad un'altra casta; possono studiare e fare i lavori che vogliono, non solo quello di pulire le fogne, a cui nella cultura induista sono destinati.
La religione del Dio fatto uomo è liberante perché insegna ad ogni uomo ad usare la propria ragione. Nessun dettame predicato da Gesù e dalla Chiesa da lui fondata è mai contrario alla legge naturale e punta sempre al vero bene dell'uomo. Ecco perché quando una persona onesta e non ideologica incontra il Vangelo non può fare a meno di seguire il suo messaggio. È per questo che il cristianesimo è l'unica religione che non è rimasta chiusa nel suo ambito di nascita ma si è diffusa senza usare la violenza in tutti i popoli e tutte le culture.
Speriamo che anche noi europei ci lasciamo di nuovo affascinare dal messaggio evangelico che sta a fondamento della nostra civiltà e che è messaggio di speranza, l'unico che può riempire i nostri vuoti di senso, la nostra sete di verità e l'unico che oltre a migliorare la vita su questa terra può dare la vera salvezza, quella eterna.

Torna al menu della conferenza: clicca qui!

 


Interventi su "Cristianesimo"