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Ospite: Paolo Gulisano / Argomento: Scienza
Giovedì 10 settembre il Centro Culturale "Amici del Timone" di Staggia Senese ha avuto il piacere di ospitare, per la terza volta, il Dott. Paolo Gulisano. Epidemiologo, docente di Storia della Medicina, specializzato in Igiene e Medicina preventiva, ha parlato, avendo tutti i titoli per farlo, di Coronavirus, chiarendo se è davvero il caso di averne così paura oppure no, come si evince dal titolo della Conferenza "Hai paura del Coronavirus?".
Il primo motivo per cui non è il caso di averne così paura sono i numeri: sono morte 35.000 persone di Covid 19, ma in Italia ogni anno muoiono 600.000 persone di altre patologie fra tumori, malattie cardiovascolari in primis, incidenti stradali ecc. Quindi le morti da Covid rappresentano soltanto il 5% del totale. Nel mondo i morti da Coronavirus sono stati 900.000. Ogni anno però, ad esempio, muoiono 1.600.000 persone di Epatite C. Eppure per nessun altro problema sanitario è stato creato il clima di paura come per il Covid 19. Non si ha paura come si dovrebbe ad esempio di prevenire il diabete oppure delle conseguenze del fumo di sigaretta, che tra l'altro era un'aggravante per chi si ammalava di Coronavirus. Però il fumo non è stato proibito, anzi i tabaccai sono stati gli unici negozi, oltre ai supermercati, rimasti aperti durante tutto il lockdown. Questi semplici dati fanno pensare ad una volontà di creare una paura collettiva, approfittando di un virus che non ha assolutamente la dimensione e la gravità di un'epidemia, tanto meno di una pandemia.
I mass media hanno avuto un ruolo determinante nell'indurre il terrore nelle persone, facendo vedere i malati nelle terapie intensive, i camion militari che portavano via le salme, cosa peraltro non necessaria, sarebbero bastate le pompe funebri. Inoltre, non solo non era necessario, ma anzi è stato addirittura dannoso cremare i cadaveri senza praticare l'autopsia. Infatti Gulisano ha spiegato che un virus è un parassita che vive grazie ad un organismo ospite. Appena l'organismo ospite muore, muore anche il virus. Era assolutamente meno pericoloso fare l'autopsia che stare in ospedale a contatto con i malati. Quando alcuni medici hanno cominciato a disubbidire e a praticare l'autopsia ad alcuni morti, si sono resi conto di quali fossero gli effetti di questo virus: trombi disseminati, cioè occlusioni delle arterie provocati da un fortissimo stato infiammatorio. Quindi hanno iniziato a curare non direttamente il virus ma le cause delle morti con l'Eparina per sciogliere i trombi e con dei potenti antinfiammatori come ad esempio il Cortisone o alcuni tipi di antibiotici per abbassare lo stato infiammatorio. Altri ancora hanno scoperto che si poteva curare utilizzando il plasma delle immunoglobuline dei pazienti guariti.
CURARE È POSSIBILE
Il Dott. Gulisano ci ha poi raccontato la sua personale esperienza a Lecco, quindi nella regione più colpita, la Lombardia. Occorre però sapere che di Coronavirus ne esistono 200 e ci sono fin dal 1960, perlopiù innocui. Il Coronavirus più aggressivo fu quello che provocò la Sars negli anni 2002-2003. Tra i farmaci usati contro la Sars c'era stata la Clorochina. A marzo 2020 una sua amica gli telefonò per chiedere come comportarsi: la madre cardiopatica accusava dolori al petto e lei aveva paura che chiamando il 118 fosse inserita nel percorso Covid e così non avrebbe potuto più seguirla. Gulisano le consigliò di non chiamare l'ambulanza, ma di portare da sola la madre al Pronto Soccorso con tutta la documentazione riguardante i suoi problemi cardiologici. Nonostante tutti gli accorgimenti la madre venne sottoposta a radiografia e, riscontrata la polmonite bilaterale, alla figlia venne detto di salutare la mamma perché per lei non c'era più niente da fare. "Le daremo la morfina e l'accompagneremo dolcemente alla morte", le dissero. Lei firmò e portò via la mamma che venne curata con Clorochina, Eparina e antibiotico antinfiammatorio dal Dottor Gulisano. La madre è guarita e da quel momento il dottore ha curato molte altre persone.
Quello che Gulisano si è chiesto è se non siano stati fatti errori di valutazione, se i medici non abbiamo abdicato al loro ruolo di tentare il tutto e per tutto per curare e curare tutti. E si è anche chiesto se facendo così non ci sarebbero stati meno morti. Purtroppo la società anestesiologica italiana indicava di fare selezione tra i malati, una selezione che di fatto è stata eugenetica, perché prevedeva di non curare gli anziani oltre 75 anni. Anche il capo della protezione civile, Bertolaso, settantenne, ammalatosi di Coronavirus, ha rilasciato un'intervista in cui ha dichiarato di essere vivo solo grazie alla sua notorietà in quanto per età non lo avrebbero altrimenti curato. Il criterio che un medico deve usare per decidere chi curare per primo è quello della gravità, curando per primi i pazienti più gravi e quindi più a rischio di morire.
Quindi, un secondo motivo per cui non c'è da aver paura del Covid 19 è che si può curare. Dopo il picco avvenuto il 6 aprile, il virus è ormai in calo netto ed è quasi scomparso, nonostante lo mantengano artificialmente in vita giornali e telegiornali. I famosi contagiati, di cui tanto parlano, non sono malati, bensì persone venute a contatto con il virus che solo raramente si ammalano; non solo non sono ammalati, ma neppure contagiosi. Se facessimo il test su altri virus troveremmo che a moltissimi risultiamo positivi.
LA SECONDA ONDATA
Anche la seconda ondata, di cui si parla tanto in televisione, è una invenzione propagandistica. Gulisano, che studia proprio l'andamento dei virus, ha spiegato che in tutte le epidemie della storia non ci sono mai state seconde ondate. Soltanto focolai, come ce ne sono attualmente di Ebola in Africa, che comunque sono controllabili. E se riescono a controllare l'Ebola in Africa con le loro scarse risorse, figuriamoci cosa può fare il sistema sanitario italiano.
L'impressione che si ha, insieme al Dottor Gulisano, è che i poteri forti predissero e forse auspicassero da tempo l'arrivo di una grande pandemia. Ci provarono con l'Aviaria del 2006 e con la Suina del 2009 ma non vi riuscirono. Con il Coronavirus hanno colto l'occasione, soffiando sul fuoco per gonfiare la gravità del problema. E tutto questo per fare un grande esperimento di ingegneria sociale: testare fino a che punto le persone in preda al panico sono disposte a farsi privare delle libertà fondamentali. Hanno certamente capito che con il fattore paura possono ottenere tutto e che le persone sono disposte a farsi comandare anche da uno solo, peraltro non eletto, pur di non perdere ciò che è diventato un idolo, la dea salute. Del resto le dittature hanno sempre usato la paura, l'incutere terrore, per manovrare le popolazioni. La forma di dittatura moderna è più soft, non usa la violenza e la minaccia, ma il risultato finale non cambia. E laddove la salute è diventata un idolo da conservare e venerare, il vaccino è visto come il salvatore, in una sorta di visione messianica che si sostituisce all'unico vero Salvatore a cui ci possiamo rivolgere con fiducia, Gesù Cristo. Peccato che fino ad ora non è stato mai possibile trovare il vaccino per il Coronavirus, non per tutte le malattie infatti è possibile trovarlo. Ad esempio per la citata Epatite C non esiste un vaccino, nonostante sia una delle maggiori cause di morte. Occorre anche sfatare il mito del ricontagio: se fosse possibile per una persona già guarita ricontagiarsi, non avrebbe senso neppure il vaccino e verrebbe meno l'immunizzazione naturale che invece esiste.
Il Dott. Gulisano ha concluso dicendo che ci troviamo di fronte ad una grande rivoluzione che aspira alla nascita di un mondo nuovo: un governo unico mondiale che cancelli le libertà fondamentali, privo delle religioni, o al limite sotto un'unica religione umanitaria, ecologista, potremmo dire neopagana.
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