Conferenza n.100 del 25 ottobre 2019
Ospite: Gianpaolo Barra / Argomento: Morale

CONFERENZA N° 100
Un enorme traguardo che non poteva che essere festeggiato assieme a Giampaolo Barra

Venerdì 25 ottobre si è svolta a Staggia Senese la conferenza numero 100 del Centro Culturale Amici del Timone. Un enorme traguardo che non poteva che essere festeggiato assieme a Giampaolo Barra, fondatore della rivista "Il Timone". A lui va tutto il nostro grazie e tutta la nostra riconoscenza, per aver dato vita veramente dal nulla a quello che è diventato un punto di riferimento per tantissimi cattolici. E per aver incoraggiato la nascita dei centri culturali in tutta Italia. Stima e ammirazione reciproca che Barra non ha mancato di sottolineare prima di iniziare la sua relazione, dichiarando che non esiste in tutta Italia una realtà come quella di Staggia, in cui si siano svolte così tante conferenze, tenute da personaggi così illustri. Oltre a molti dei giornalisti de Il Timone, possiamo fra i tanti ricordare Antonino Zichichi, Antonio Socci, Vittorio Messori.
Il titolo della conferenza "Cultura della vita contro cultura della morte", ha spiegato Barra, è per ricordarci che quella che stiamo combattendo è una guerra. Anzi è la guerra di tutte le guerre, quella fra il bene e il male. Ormai tutti i campi della vita sono permeati da ideologie e pratiche di morte. Infatti, dopo i milioni di morti compiuti dal Nazismo e i 100-200 milioni del Comunismo, nel secolo scorso c'è stata una strage ancora più grande ma assolutamente taciuta: 1 miliardo di piccole vite stroncate attraverso la pratica dell'aborto.
Poi c'è il divorzio che pur non provocando la morte fisica è però la morte della famiglia; l'eutanasia porta alla morte degli anziani e di tutti coloro considerati dalla società uno scarto; la droga libera favorisce l'utilizzo di sostanze che in molti casi provoca la morte; la fecondazione artificiale provoca la morte dei feti che vengono impiantati affinché almeno uno possa sopravvivere; la teoria Gender e l'omosessualità sono anch'essi fenomeni di morte, perché attraverso le pratiche omosessuali non ci può né ci potrà mai essere la trasmissione della vita. Anche le ideologie imperanti come il nichilismo e il relativismo sono la morte, l'una della vita vissuta con impegno perché si crede a un ideale più alto e l'altra della verità.
L'espressione "Guerra di tutte le guerre" è stata usata da San Giovanni Paolo II nell'enciclica "Gaudium et Spes" e l'espressione da lui usata: "Tutta l'intera umanità si trova in una lotta tremenda" indica che il conflitto non si trova di fronte a noi, bensì vi siamo immersi dentro. San Giovanni Paolo si basava su una teologia della storia, cioè utilizzava la rivelazione come metro di giudizio per leggere la storia. Così, benché il dato attuale ci mostri come i nemici del bene siano umanamente più forti, noi siamo certi che la vittoria sarà di Dio, perché fin dal peccato originale, origine di tutto il male, Dio ha promesso al serpente, cioè Satana, inimicizia tra lui e la sua stirpe e la donna e la sua stirpe. Ovviamente la donna rappresentata da Maria è colei che schiaccia la testa al serpente; infatti la stirpe di Maria Santissima è Gesù Cristo. Teologicamente però la donna rappresenta anche la Chiesa e la sua stirpe sono tutti i battezzati. Quindi ciascuno di noi deve contribuire a schiacciare la testa al demonio, ecco perché questa guerra ci coinvolge tutti. A Dio è piaciuto così, piuttosto che risolvere tutto in un altro modo. Nonostante questo ci atterrisca, la posta in gioco è la Fede Cattolica. Senza la Fede è impossibile piacere a Dio e ci giochiamo la Vita Eterna.
Per questo le armi di cui dobbiamo dotarci sono: la preghiera e la vita di Grazia; un'accurata formazione come antidoto a quel senso di vergogna per la storia della Chiesa e della morale che hanno ormai instillato a tutti noi cattolici; e infine agire per fare la volontà di Dio e far trionfare questa volontà su tutta la Terra. E se questo non servirà a vincere la guerra, stiamo pur certi che servirà per fare un passo in più verso il Paradiso e uno in meno verso l'Inferno.

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