Conferenza n.95 del 7 dicembre 2018
Ospite: Roberto Filippetti / Argomento: Cristianesimo

QUANDO LA PITTURA NASCE DALLA PREGHIERA
Il frate domenicano che predicava con il pennello

Il Centro Culturale Amici del Timone di Staggia Senese ha avuto il piacere di ospitare il professor Roberto Filippetti, laureato in Lettere, docente di iconologia e iconografia cristiana presso l'Università Europea di Roma. Il professore è stato ospite a Staggia già nel 2010 per una graditissima conferenza sulla cappella degli Scrovegni di Padova.
Da anni infatti il professore percorre l'Italia per introdurre bambini, giovani e adulti all'incontro con la grande arte, letteraria e pittorica, e risvegliare il desiderio della Bellezza.
Da tale opera divulgativa sono nati i suoi libri attraverso i quali ha raccontato la grande pittura. Non meno significativi i suoi lavori dedicati alla poesia e alla narrativa.
La conferenza che ha tenuto questo 7 dicembre è stata un'emozionante viaggio alla scoperta del Beato Angelico e la sua arte. Il professor Filippetti ha introdotto la serata con un breve cenno alla vita di Guido di Pietro, questo il suo nome prima di diventare frate domenicano nel convento di San Domenico a Fiesole attorno al 1421-22 con il nome di Fra Giovanni da Fiesole. Egli era nato a Vicchio, nello stesso comune del Mugello dove 130 anni prima era nato Giotto. Aveva studiato come apprendista pittore in una bottega fiorentina, prima di diventare "dipintore in proprio" attorno ai vent'anni. Dai superiori domenicani riceve l'incarico di dedicarsi all'arte sacra e apre la cosiddetta "officina" nel convento di Fiesole. Poi, fino al 1445 vive e lavora nel convento di San Marco a Firenze. Il Papa Eugenio IV che in quegli anni vive a Firenze, vedendo gli affreschi del convento ne rimane profondamente colpito. Egli chiede all'Angelicus Pictor di seguirlo a Roma dove dipingerà anche in San Pietro.
La sua è stata una predicazione per immagini, non quindi con la parola e lo scritto, come face San Tommaso d'Aquino, domenicano come lui, ma con il pennello. La sua pittura nasceva da un cuore commosso e molto unito a Cristo. Non prendeva mai in mano i pennelli senza prima aver pregato e quando dipingeva Gesù crocifisso le sue gote si bagnavano di lacrime. Non ritoccava mai le sue opere. La sua arte eccezionale era generata dalla sua Fede. La sua pittura è caratterizzata dai colori splendenti, dalla dolcezza e l'espressività dei volti e dall'attenzione ai dettagli. Nella famosissima Pala dell'Annunciazione si possono notare la miriade di fiorellini e piante che vi si trovano; la crucifera, con i fiorellini a forma di fiore; la palma simboleggiante la vittoria di Dio che con il sì di Maria, nuova Eva, permette la vittoria della vita sulla morte, laddove Eva, con l'ascolto del serpente aveva fatto entrare il peccato nel mondo. Il cielo azzurro sovrasta la stanza dove si trova Maria. Nella predella si possono leggere le parole della prima parte dell'Ave Maria in latino: "Ave Maria gratia plena, benedicta tu in mulieribus et benedictus fructus ventris tui".
Anche in altri dipinti, come nella "Madonna col Bambino" che si trova a Madrid si possono leggere queste preghiere scritte negli angoli meno visibili, ad esempio nel lembo del vestito di Maria. Caratteristici del Beato Angelico quelli che Filippetti chiama i "fumetti". Le parole dell'annuncio dipinte in partenza dalla bocca dell'angelo che vanno verso Maria e la risposta di Maria "Ecce ancilla domini fiat mihi secundum verbum tuum" che parte dalla sua bocca e ritornano all'angelo scritte al rovescio. Non manca la colomba dipinta nei raggi che simboleggiano lo Spirito Santo tramite il quale viene concepito il Figlio di Dio e una rondine in alto sotto il tetto, a richiamare la data del 25 marzo. La contemplazione di questa Pala proprio alla vigilia della festa dell'Immacolata Concezione di Maria ci ha permesso di entrare nel mistero dell'Incarnazione e di cogliere tutta l'importanza di quel "sì" compiuto da Maria in totale umiltà e con tutto lo sconcerto di qualcosa che non capiva fino in fondo ma che ha accettato perché si fidava profondamente di Dio e si è semplicemente posta al suo servizio. Colei che Dio aveva preservato dal peccato originale concependola "piena di grazia" è stata degna di ospitare nel suo grembo il Salvatore del mondo.
Il Beato Angelico è veramente beato, considerato tale dapprima dal popolo che così lo ha sempre chiamato, poi anche dichiarato ufficialmente dalla Chiesa. Inoltre nel 1984 Papa Giovanni Paolo II lo ha proclamato patrono universale degli artisti.

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