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Ospite: Antonio Socci e Mons. Fausto Tardelli / Argomento: Omelie
Il "dialogo" che la Chiesa intesse con gli uomini del mondo, discutibilmente indicato a volte come bandiera di una Chiesa aperta al mondo e non più arroccata in difesa, a ben vedere non può mai essere inteso come accondiscendenza nei confronti della menzogna, né come un nascondersi mimetico, togliendo al paradosso cristiano tutta la sua forza di contraddizione. Anzi, se così fosse, il dialogo stesso perderebbe di valore, si snaturerebbe, non sarebbe più vero incontro umano, bensì mero tatticismo. L'amore che la Chiesa ha per il mondo non è altro che l'amore stesso di Gesù per ogni uomo, quello stesso del Padre di ogni misericordia. E l'amore autentico richiede sincerità e a volte anche aspro confronto. L'amore salvifico è appello al cuore e alla ragione dell'uomo; esso schiude i pensieri dei cuori e fa necessariamente venire alla luce le scelte dell'anima.
L'apologetica non si contrappone al dialogo, se lo si intende nel modo giusto. Ne è anzi elemento necessario. La Chiesa e i cristiani, nel ricordare al mondo la limitatezza di una ragione scientifica onnicomprensiva e chiusa dentro l'orizzonte dell'empiricamente sperimentabile; nel ricordare la dignità di ogni uomo, la sua dimensione spirituale e la intangibilità della sua vita dal momento del concepimento fino alla morte naturale; nel ricordare ancora che cosa sia la famiglia e come debba costruirsi nel legame indissolubile di un uomo e di una donna aperto alla vita; nel ricordare inoltre come ogni attività umana, culturale, economica e politica debba rispettare la legge naturale iscritta nel cuore dell'uomo; nel ricordare la fraternità della famiglia umana contro ogni individualismo od egoismo di parte; ripresentando al mondo infine il destino eterno dell'uomo oltre la morte e il Signore Gesù come l'unico in cui c'è salvezza per l'uomo, perché solo Lui è la via, la verità e la vita; ebbene, esprimendo tutto questo con la testimonianza della vita e la franchezza della parola, la Chiesa e i cristiani compiono un'opera di amore vero, esprimono un amore sincero verso ogni uomo e ogni donna che abita la terra, verso la sua ragione e la sua libertà.
Ma nello steso tempo, così facendo, la Chiesa e i cristiani sono ancora oggi "segno di contraddizione" e partecipano con Maria ai dolori della passione del Cristo, danno compimento a ciò "che dei patimenti di Cristo, manca nella loro carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa" (Col 1,24). Questo però è il vero dialogo di cui il mondo ha bisogno, così la Chiesa e i cristiani sono lievito e fermento dentro la pasta del mondo, annuncio della speranza che non delude e servizio all'autentica umanità, alla razionalità e alla libertà umana. Queste convinzioni mi pare siano alla base del vostro impegno e diano pieno valore ad un'esperienza umana, cristiana ed editoriale così encomiabile come quella del "Timone".
Chiediamo alla Vergine Santa, per tutti noi e per la Chiesa intera, che ci aiuti ad essere, insieme con Cristo, con serenità, gioia e coraggio, "segno di contraddizione" per il nostro tempo. Non solo con le parole e con le azioni esteriori, che sarebbe alla fine ben poca cosa, bensì con la partecipazione personale alla passione, morte e risurrezione di Cristo. In una parola, con la santità della vita.
(estratto dall'omelia che Mons. Tardelli ha tenuto durante la Santa Messa a Staggia Senese in occasione del 4° Giorno del Timone della Toscana)

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