Conferenza n.51 del 21 ottobre 2011
Ospite: Costanza Miriano e Mario Palmaro / Argomento: Matrimonio

IL LIBRO BEST SELLER DEL 2011
Pratica estrema per donne senza paura

Il 21 ottobre 2011 al Centro Culturale "Amici del Timone" di Staggia Senese è stato affrontato, in un modo davvero sconvolgente al giorno d'oggi il tema del ruolo della donna all'interno della famiglia come sposa e madre. A presentare l'incontro è stato Mario Palmaro, presidente del comitato "Verità e Vita", docente di Filosofia del Diritto all'Università Europea di Roma, conduce su Radio Maria la trasmissione "Incontri con la Bioetica", fa parte della redazione del Timone.
Bellissimo l'intervento di Costanza Miriano, giornalista del tg3, quarantenne madre di 4 figli, che a proposito del matrimonio ha scritto un libro dal titolo inequivocabile "Sposati e sii sottomessa: pratica estrema per donne senza paura". Titolo solo in apparenza provocatorio perché, come dichiarato dall'autrice stessa, la sua intenzione non è quella di suscitare l'attenzione parlando poi di altro, ma di dire esattamente ciò che dice il titolo e cioè spiegare che stare sottomessi è bello. La sua genuinità e spontaneità nel portare avanti delle tesi così forti sono disarmanti e mostrano come ella viva realmente le parole che esprime.
La sottomissione, che la donna compie nei confronti dell'uomo che lei stessa ha scelto, per amore, di avere al proprio fianco per tutta la vita, è una sottomissione libera e volontaria, spiega la Miriano.
Non ha niente a che fare con la schiavitù e non significa che la donna debba avere nei confronti dell'uomo minori diritti, come accade in altre culture come ad esempio quella islamica. Si tratta di stessa dignità ma di ruoli diversi e complementari. La parola sottomissione evoca nella mente di ciascuno di noi immagini negative, forse soprattutto nella mente di quelle donne che in passato la sottomissione al marito non potevano sceglierla ma era l'unica strada possibile per loro.
Forse a volte, in passato, alcune donne sono state obbligate a fare da serve, ora invece noi possiamo decidere di servire per amore e di rispondere liberamente alla nostra chiamata. Come afferma la Miriano nel suo libro, il meccanismo del dominio, che è una perversione del rapporto uomo-donna non si vince con la logica dell'emancipazione propagandata dalle istanze femministe, che a ben vedere è la stessa logica del dominio, una specie di vendetta. Se ne esce invece con la logica della mansuetudine. La reazione del femminismo alle ingiustizie nei confronti delle donne, continua la Miriano, è andato troppo oltre; è stata un'esplosione dell'esigenza di sentirsi amate, capite, valorizzate, ma ha preso la strada sbagliata, dando un'idea distorta di parità, portando le donne a dimenticarsi chi sono e a dover fare un doppio lavoro: fuori casa come un uomo e in casa come una donna. Il femminismo, sostiene Mario Palmaro (che ha introdotto l'intervento della Miriano), non ha più niente da dire perché ha ingannato le donne. Si è proposto il raggiungimento di una liberazione dall'uomo sganciandosi dal ruolo di moglie e di madre e proponendo alle donne di abbracciare il modello maschile. Le femministe hanno deciso di imitare anche ciò che andava corretto nell'uomo. Per quanto una donna possa negarlo, la sua identità è profondamente diversa da quella dell'uomo e il suo istinto materno si esprime in tutto ciò che fa, non solo in quelle donne che hanno avuto fisicamente dei figli.
Per quanto riguarda la famiglia, Palmaro ha spiegato che è come una squadra di calcio: c'è un solo allenatore che decide dove posizionare i giocatori. Ogni giocatore ha il suo ruolo ben definito e metterebbe a rischio il risultato della partita quel portiere che decidesse di fare l'attaccante o quell'attaccante che volesse pensare alla difesa della sua porta. Ci sono regole molto ferree che tutti devono rispettare standovi sottomessi. Oppure si potrebbe paragonare ad un'azienda che è vincente solo se tutti stanno al proprio posto e obbediscono al capo. I dipendenti sanno che ogni decisione ultima verrà presa esclusivamente dal capo eppure si sottomettono a questa realtà per il bene dell'azienda.
La crisi odierna del matrimonio nasce dal fatto che l'uomo e la donna non assolvono più ai loro compiti perché il relativismo ha lentamente ma efficacemente trasmesso il messaggio secondo cui i ruoli non devono più esistere.
San Paolo nel Vangelo conferisce all'uomo il ruolo di guida, protezione, mentre alla donna quello paziente dell'accoglienza. Se l'uomo esercita il comando che Dio gli assegna con l'amore che Cristo ha verso la Chiesa, pronto a morire per Lei, non potrà mai essere un marito prevaricatore, arbitrario, tiranno. La terribile malattia è, da sempre, pensare che un ministero o un ruolo di comando non sia un servizio e una responsabilità, ma una fonte di onnipotenza.
I ruoli dei coniugi all'interno della famiglia non nascono da un accordo convenzionale, ma rispettano le diverse inclinazioni dell'uomo e della donna. Il ruolo dell'uomo nasce dalla sua inclinazione alla guida, al comando, a fare calcoli e prendere decisioni. Il ruolo della donna dalla sua inclinazione ad accogliere e accettare, aiutando ciascuno a tirare fuori la propria identità. Nella società odierna, in cui si vedono uomini effeminati, sempre più dediti a frequentare l'estetista e sempre meno capaci di guidare e prendere decisioni nette, a causa della crisi identitaria in atto, sta proprio alla donna aiutarlo, facendogli riscoprire chi è e di cosa è capace. Il ruolo di comando femminile, a ben guardare, non è possibile, perché ci accorgiamo che le donne al potere, in realtà amministrano il potere con criteri maschili. La donna, se davvero volesse apportare delle novità nei posti di comando, dovrebbe avere il coraggio di farlo alla sua maniera, essendo aperta, disponibile alla comprensione, materna. Ma allora sarebbe una contraddizione in termini, perché il comando presuppone un polso saldo e la capacità di prendere delle decisioni per il bene di ciò che si amministra, anche quando sembrano non troppo democratiche, con una freddezza tipicamente maschile. Anche per gli uomini è stato più comodo negli anni scorsi nascondersi e scomparire dietro la retorica dell'uguaglianza, scrollandosi di dosso la propria responsabilità di guida forte e solida, che poi è ciò che ciascuna donna cerca in un uomo.
Secondo la Miriano, la vera battaglia da combattere per valorizzare le donne non è quella sulle "quote rosa", ma una politica in favore di agevolazioni per tutte quelle donne, che ormai sono la maggioranza, che lavorano ma hanno anche dei figli da accudire. Purtroppo i ritmi lavorativi sono impostati in modo molto rigido, perché strutturati secondo uno schema maschile che non tiene conto delle esigenze di una madre. E, per assurdo, quelle meno comprensive verso le madri lavoratrici sono proprio le altre donne.
Infine la Miriano ci ha ricordato che il matrimonio cristiano è l'unico garantito, perché Gesù sta fra i due coniugi a sostenere la loro unione. Il coniuge, per il cristiano è la propria via di santificazione, colui con il quale si partecipa all'amore di Dio. È sicuramente una scelta, quella di amare una persona e solo quella, per tutta la vita, a cui equivalgono molte rinunce. "Il segreto", scrive la Miriano nel suo libro, "si chiama sacrificio: la fatica non è più un intoppo, ma l'altro nome dell'amore; non è qualcosa che frustra l'amore, ma che lo fa crescere. L'amore non si consuma nella fatica, l'amore cresce." Solo che la parola sacrificio è stata bandita dalla società moderna, dove conta solo l'individuo e ciò che fa stare bene lui, anche a discapito degli altri. E così se ne vedono i risultati.
L'incontro con Costanza Miriano e Mario Palmaro era stato organizzato anche a Siena in collaborazione con Scienza & Vita, Cappella Universitaria e Libreria Catechistica.
La serata che si è svolta a Staggia ha visto la partecipazione di oltre trecento persone in gran parte giovani, tra cui molto coppie, ed ha mostrato quanto sia attuale e urgente il ritrovare le basi del matrimonio: sposarsi è quell'avventura in cui, se si accetta una dottrina forte, come quella cattolica, ci si diverte molto; se si vive seguendo il relativismo c'è poco da ridere.


CONFERENZE DI COSTANZA MIRIANO A STAGGIA SENESE

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