LA MAMMA AMA

E PROTEGGE IL SUO BAMBINO


"La Chiesa è il luogo in cui tutte le verità
si danno appuntamento"
G.K.Chesterton

C'era una volta una mamma che giocava su un bel prato verde col suo bambino. Il piccolo muoveva da pochi giorni i suoi primi passi e presto cominciò a camminare senza aver bisogno della mano della mamma. Entrambi erano molto felici, ma un brutto giorno iniziarono i guai: alcuni uomini cattivi si avvicinarono minacciosi con dei bastoni in mano. Il bambino guardò impaurito la mamma, ma lei cercò di tranquillizzarlo dicendogli: "Non ti preoccupare, ce l'hanno con me; a te non faranno del male...". "Mamma, non ti faranno nulla, perché ti difenderò io!" disse il bambino che coraggiosamente si fece incontro ai malintenzionati. Non si rendeva conto della sproporzione delle forze in campo ed infatti lo avrebbero fatto fuori senza problemi, ma, proprio in quel momento, la mamma si chinò sul figlio per proteggerlo. Gli uomini cominciarono ad insultare la donna e poi, non sazi, a bastonarla. Fu una scena terrificante al termine della quale i farabutti coprirono di altri insulti la mamma e dicevano al bambino: "Perché piangi, non vedi che belle cicatrici ha la tua mammina? Non ti vergogni neanche un po' ad avere una mamma così brutta?". Furono momenti interminabili, ma i delinquenti se ne andarono presto e si ristabilì la calma. Fu allora che il bambino si rese conto di quanto era successo. Pensava di difendere la mamma ed invece era lei che lo aveva difeso prendendo su di sé insulti, botte e umiliazioni. Allora disse: "Mamma, sono tanto infelice che quegli uomini cattivi ti abbiano fatto tanto male... Anche tu sei triste?". Ma la mamma rispose: "Vedi, piccolo mio, anch'io soffro tanto, ma la cosa che mi addolora di più non sono né le offese, né le bastonate di quegli uomini cattivi, ma il fatto che anche tanti tuoi fratelli offendano il mio dolce sposo, disonorando di conseguenza anche me". "Ma com'è possibile che dei tuoi figli siano così cattivi con te?" disse il bambino. "In realtà," fece notare la mamma "anche tu fai lo stesso quando ti allontani dal fare la volontà del mio sposo, facendo di testa tua". "E tu come fai, nonostante tutto, ad essere sempre così sorridente?". "Vedi, piccolo mio, in fondo io sono felice: felice di poterti aiutare nel crescere. E poi sono tranquilla perché il mio amato sposo mi dà la forza di andare avanti e so che tra non molto tornerà: egli è il re e mi rivestirà di abiti bellissimi e punirà tutti i miei nemici. Invece i figli che hanno cercato di volermi bene faranno festa e ci sarà gioia e pace". Da allora il piccolo capì quanto era fortunato ad avere una mamma che lo proteggeva in ogni situazione e, sforzandosi ogni giorno di volerle sempre più bene, visse perciò nella serenità e nella pace.
 
Questa in realtà non è una semplice storiella, ma l'esperienza del mio rapporto con la Chiesa. Fin da piccolo le ho voluto bene, tanto che pensavo di difenderla nelle interminabili discussioni dove i suoi nemici la attaccavano, ma, crescendo, mi sono reso conto non solo di non essere in grado di farlo, ma che era lei a difendermi dagli errori con cui il mondo cercava di confondermi. Ho poi scoperto che, oltre ai nemici esterni, la Chiesa ne ha molti anche tra i suoi figli. Addirittura, anch'io che le volevo bene, non mi accorgevo che peccando, cioè allontanandomi volontariamente dal suo Sposo, Gesù, contribuivo a renderla brutta o comunque a non far risplendere la sua soprannaturale bellezza. Ogni incoerenza al battesimo è sempre anche ingratitudine verso colei che nel battesimo ci ha generato.
All'inizio tutto ciò mi faceva soffrire, ma poi la mia fede nel Signore è stata rafforzata dalla considerazione che se la Chiesa fosse solo opera di noi uomini, l'avremmo condotta ben presto all'autodistruzione; invece la sua permanenza nella storia dimostra l'aiuto del suo Sposo, cioè Gesù Cristo che l'ha fondata, aiuto di cui essa deve evidentemente godere. Studiando in profondità la storia mi sono reso conto anche di quante bugie si dicono sulla Chiesa, addirittura anche da parte di chi ci si aspetterebbe che la difendesse. Nonostante tutto anche oggi soffro quando è offesa, ma ho capito che è normale provare dispiacere quando è disprezzata la propria mamma e che anzi sarebbe strano il contrario. Inoltre ho imparato a chiedere ogni giorno scusa a questa mia madre carissima per tutto ciò che mi capita di pensare, di dire, di compiere con animo non integralmente "ecclesiale".
A questo punto, rileggendo la storiella, si ha la possibilità di apprezzare tutti i particolari sfuggiti ad una prima lettura. Nel frattempo devo dire grazie a chi, difendendomi dagli errori del mio tempo, mi dà sempre buoni consigli: madre Chiesa.
Grazie mamma: madre e maestra!
don Stefano Bimbi
Fondatore del Centro Culturale
"Amici del Timone" di Staggia Senese
Altri articoli di don Stefano:
La vera gioia è Gesù! >>> clicca qui
La concreta chiamata di Gesù >>> clicca qui


https://www.youtube.com/watch?v=Cw1RCMyiYCI