Amici del Timone (Staggia Senese) n°94 del 09 novembre 2018

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OLTRE 400 ANNI DI SCONTRO TRA CIVILTÀ
Da Lepanto a Vienna... fino al 1739
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Organizzata dal Centro Culturale "Amici del Timone", si è svolta il 9 novembre a Staggia Senese la 94° conferenza dal titolo "La difesa della cristianità", tenuta dallo storico, ricercatore e docente universitario Massimo Viglione.
In tale occasione egli ha presentato il suo nuovo libro, "La conquista della mela d'oro" e ha spiegato in che modo la cristianità si è dovuta difendere dai continui tentativi di conquista da parte dell'islam. Tutti a scuola hanno imparato che questo scontro ha avuto luogo soltanto fra il XII e XIII secolo con le crociate; in realtà è uno scontro durato undici secoli, cioè dalla morte di Maometto nel 632 d.C, avvenuta in seguito alla sua conquista della Mecca, fino alla battaglia di Vienna del 1683, grazie alla quale è stato scongiurato l'ultimo attacco armato dell'islam all'Europa.
Maometto alla sua morte, avvenuta con la scimitarra in mano, dà il via di fatto alla Jihad, per cui inizia subito la grande conquista degli arabi. Dopo la conquista di Gerusalemme avvenuta nel 637, gli arabi si dividono. Alcuni si dirigono a destra verso Oriente e conquistano la Turchia, L'Afghanistan, l'Iran, la Persia, il Pakistan, fino all'Indonesia. Quelli che si dirigono a sinistra conquistano quasi tutto il Nord Africa e poi entrano in Europa impossessandosi di tutta la Spagna, eccetto le Asturie, quella lingua di terra al nord dove risiedono i popoli baschi e dove non a caso passa il cammino di Santiago. Il popolo dei Visigoti, cristiano, scompare completamente. Gli arabi riescono ad oltrepassare i Pirenei e all'inizio del 700 entrano in Francia dove i Franchi guidati da Carlo Martello riescono a fermarli. Dal Mare prendono la Sardegna, la Corsica, la Sicilia, Bari, la Sabina, Gaeta. Distruggono Montecassino e arrivano a Roma, dove radono al suolo la Basilica di San Paolo. Riescono ad entrare in San Pietro. Persino nel Lago di Garda sembra essere sepolta una nave araba. Quanti morti, quante stragi e quante donne portate via.

LE CROCIATE: LA RISPOSTA CRISTIANA ALL'ISLAM CHE AVANZA
La prima risposta cristiana arriva con le Crociate grazie alle quali all'inizio i cristiani riescono a riprendere Gerusalemme. Ma poi ricominciano le sconfitte, fino alla perdita di tutto quello che avevano riconquistato avvenuta nel 1291 con la perdita di San Giovanni D'Acri.
I due secoli caratterizzati dalle Crociate cambia per sempre la mentalità dell'uomo europeo che ha una prima grande crisi di coscienza collettiva. Il motto dei crociati era "Deus vult", cioè "Dio lo vuole". Ma se Dio lo vuole, iniziano a chiedersi, perché abbiamo perso tutto? Di fronte a questo interrogativo i Papi (quello vero a Roma e l'antipapa ad Avignone) intervengono con il Concilio di Vienne, dove ribadiscono lo spirito crociato. Qui però viene anche messo in discussione il modo con cui si è attaccato fino a quel momento, basandosi solo sulla forza. Inizia un'organizzazione tattica ragionata. Mentre però rinasce questo spirito crociato, un'evento nuovo cambia ancora le carte in tavola: si affacciano per la prima volta i turchi ottomani, molto più agguerriti e spietati del mondo arabo conosciuto fino ad allora.
Il periodo che va dal 1300 fino al 1700, chiamata l'età moderna, è caratterizzato dalle conquiste e dai tentativi di conquista dei Turchi Ottomani, con tutto l'orrore che si sono portati dietro. Tutto questo periodo è stato molto più tragico di quello medievale, eppure a scuola non ci viene insegnato. Di questo Massimo Viglione si è stupito ed è proprio per questo che la sua ricerca è rivolta a questo capitolo di storia così importante per l'Europa, che l'ha segnata così profondamente, eppure così dimenticata. La conquista turca è caratterizzata da tre eventi fondamentali: la conquista di Costantinopoli, la battaglia di Lepanto e quella di Vienna.
Gli Ottomani dalla Turchia sbarcano in Romania e decidono di prendere Costantinopoli da dietro e non dal mare; infatti dal mare era imprendibile grazie alla catena fatta costruire dagli imperatori romani per chiudere il Bosforo. Ma Costantinopoli resiste, anche grazie alle sue mura ciclopiche, fra le più grandi del mondo. Così gli Ottomani si dirigono a Nord e conquistano quelle che oggi sono la Bulgaria, la Serbia, il Kossovo. Una volta arrivati in Kossovo l'allarme per l'Europa inizia a diventare fortissimo, se fosse caduta l'Albania anche l'Italia sarebbe stata sotto attacco.

"MAMMA, LI TURCHI" E LA RISPOSTA DEL CONTE DRACULA
I contemporanei iniziano a comprendere di dover salvare Costantinopoli e tutta l'Europa. Santa Caterina da Siena scrive per dodici anni in favore della Crociata con lettere indirizzate anche al Papa. Sia il Papa che l'antipapa ad Avignone fanno il possibile organizzando un esercito di 100.000 persone.
Così nel 1396 i crociati ripartono per andare a combattere i Turchi. L'esercito è formato perlopiù da francesi che vanno in aiuto agli Ungheresi, i quali sono terrorizzati dall'abitudine dei Turchi di impalare le persone vive. Purtroppo però i francesi non si sono resi conto del pericolo verso cui vanno incontro: ognuno di loro è convinto di vincere la battaglia da solo, cioè sono un gruppo di presuntuosi e smidollati. Così nel primo grande scontro a Nicopoli, nell'alta Romania di oggi, di quei 100.000 uomini non ne rimane vivo nessuno. Incredibilmente in quell'occasione l'Europa si salva grazie al provvidenziale arrivo di Tamerlano, conquistatore discendente di Gengis Khan. Per trenta-quaranta anni la situazione per l'Europa si tranquillizza, ma alla morte di Tamerlano i Turchi riprendono il controllo e ricominciano ad attaccare Costantinopoli. Emanuele VIII e Costantino XI, padre e figlio, imperatori di Costantinopoli chiedono aiuto ai Papi i quali lo accordano loro a patto che questi pongano fine allo scisma e tornino a farsi cattolici. Ciò avviene nella Basilica di Santa Croce a Firenze di fronte ai cattolici e ad una delegazione di ortodossi sostenuta economicamente da Cosimo Dei Medici. Il problema però è che parte del clero rifiuta di riconciliarsi e quindi, nonostante i grandi sforzi del Papa Eugenio III, la Crociata non riparte. Francia e Inghilterra escono dalla guerra dei Cent'anni e non vogliono ricominciare a combattere, mentre gli stati italiani sono tutti in guerra fra di loro. Così gli unici che creano una resistenza ai Turchi sono alcuni eroi solitari, tra cui l'ungherese Vlad III, principe di Valacchia. Noto anche come Vlad l'Impalatore, fu membro dell'Ordine del Drago, fondato per proteggere il Cristianesimo in Europa orientale dall'invasione musulmana. Vlad III è venerato come eroe popolare in Romania così come in altre parti d'Europa per aver protetto la popolazione rumena sia a sud che a nord del Danubio.
Il soprannome di "impalatore" deriva dalla sua pratica di impalare i nemici uccisi per esporli ai confini in modo che fungessero da monito per i musulmani invasori. Costretto da bambino a diventare un giannizzero al servizio del sultano islamico, da grande tornerà in patria per proteggere il suo popolo, ben conoscendo le atrocità dei musulmani. Intorno alla figura di Vlad III sono sorte alcune leggende. Una di queste narra di una coppa d'oro fatta mettere da Vlad nella piazza principale della città Tirgoviste che non venne mai rubata perché perfino i ladri avevano paura del principe. Secondo un'altra leggenda, un mercante straniero di passaggio per Tirgoviste lasciò per una notte intera incustodita una cassa di denaro. Scoperto che gli erano stati rubati 160 ducati d'oro il mercante informò della cosa il principe Vlad, il quale per catturare il ladro chiese aiuto ai cittadini pena la distruzione della città. Vlad fece inoltre restituire al mercante la somma di 160 ducati più uno. Il giorno seguente, contati i soldi, il mercante informò il principe del ducato in più e glielo riconsegnò. Vlad lo informò che se non avesse riportato il ducato in più sarebbe stato impalato insieme al ladro. A Vlad III si è ispirato lo scrittore irlandese Bram Stoker nella creazione del suo personaggio più famoso, il conte Dracula, protagonista dell'omonimo romanzo.

LA CONQUISTA DI COSTANTINOPOLI
Tornando alla tentata conquista di Costantinopoli, quando a venti anni diventa sultano Maometto II, la storia ha una svolta perché è stata inventata la polvere da sparo. Grazie a quella e ad un ingegnere ungherese traditore che gli costruisce un cannone, egli butta giù le mura di Costantinopoli. Inoltre fa costruire un ponte che oltrepassa la catena del Bosforo per trasportare le navi al di là. Di nuovo Costantino XI chiede aiuto al Papa, il quale a sua volta chiede invano aiuto a tutti gli stati cattolici. Così nella notte tra il 28 e 29 maggio 1453 cade l'Impero Romano d'Oriente. Il patriarca cattolico e quello ortodosso celebrano l'ultima Messa e poi portano in processione la Madonna. Entrano i Turchi, gli uomini vengono tutti uccisi, le donne portate negli harem, i bambini violentati. Maometto II entra nella Chiesa di Santa Sofia e fa urinare il proprio cavallo sul Santissimo Sacramento. Il cugino di Costantino XI, per evitare il martirio, pronuncia le famose parole "preferisco il turbante alla tiara". Ma Maometto II non mantiene la parola data di risparmiargli la vita e lo fa decapitare, non prima di fargli assistere alla violenza compiuta ai danni di suo figlio. Così Maometto II si autoproclama Imperatore Romano D'Oriente.
Il nuovo Papa Callisto III Borgia, spagnolo e per questo legato alla Reconquista spagnola contro i mori, prepara una Crociata a cui partecipa anche San Giovanni da Capestrano portando 30.000 uomini. Belgrado è assediata dai Turchi e l'esercito ungherese si organizza per attaccare la mattina seguente. San Giovanni non aspetta il giorno e decide di attaccare i Turchi con il proprio esercito. I Turchi vengono colti di sorpresa, fuggono verso il sultano lasciando i cannoni in mano ai cristiani i quali li usano contro l'esercito turco. A quel punto l'esercito ungherese si sveglia, comprende e attacca a sua volta. I Turchi vengono così travolti.
Nel 1480 Maometto II sbarca ad Otranto e ottocento otrantini si fanno tagliare la testa piuttosto che rinnegare la propria fede. I loro teschi sono visibili nella cattedrale di Otranto. Maometto II muore un anno dopo senza però nominare il successore lasciando quindi che i propri due figli si sbranino e succeda al trono quello dei due che resiste. Ma moriranno presto entrambi senza poter fare granché. Nel 1500 diventa sultano Solimano il Magnifico il quale conquista Rodi e Budapest e pone due volte l'assedio a Vienna. Si allea con Barbarossa, un conquistatore mezzo greco e mezzo macedone che stava terrorizzando tutto il Mediterraneo. Barbarossa sbarca all'Argentario e in un giorno uccide e deporta tutti quelli che vi si trovano. Lo stesso fa con Reggio Calabria, Sperlonga, Terracina, Procida. Per questo nel Tirreno si trovano tante torri d'avvistamento ed è lì che nasce la frase tristemente nota: "Mamma li Turchi!". Solimano proclama Barbarossa Ammiraglio supremo di tutta la flotta. Carlo V d'Asburgo, imperatore cattolico inizia una guerra contro Solimano e Andrea Doria diventa per mare l'anti Barbarossa; ma nonostante si combattano per anni non si scontrano mai personalmente. Questo insospettisce Solimano il quale fa rinchiudere Barbarossa ormai ottantenne in una reggia.
L'ultima razzia di Barbarossa è di nuovo a Reggio Calabria, dove risparmia la vita soltanto ai genitori di una ragazzina dodicenne, la quale gli chiede questo piacere in cambio della sua accondiscendenza al rapimento e alla deportazione nel suo harem.

LA BATTAGLIA DI LEPANTO
Francesco I, re di Francia, ha sempre appoggiato tutti i nemici di Carlo V pur di combatterlo e quindi si allea anche con Solimano nonostante egli massacri i cristiani. Quando nel 1520 si viene a sapere di questa alleanza, Carlo V avverte il Papa che nelle guerre d'Italia è alleato proprio con Francesco I. Ma nonostante ciò il Papa non rompe l'alleanza con il re francese e così Carlo V per ripicca invia i Lanzichenecchi a Roma. Questi si dirigono in San Pietro, dove le Guardie Svizzere versano il sangue per proteggere il Papa, il quale scappa verso Castel Sant'Angelo e ce la fa a salvarsi. I romani vengono tutti massacrati dai Lanzichenecchi, mercenari tedeschi, protestanti, mandati a Roma da un imperatore cattolico. Suore violentate, preti uccisi e donne che cercavano i topi da far mangiare ai propri figli perché nel frattempo era arrivata anche la peste. Una tragedia immane. Solimano e Francesco I si spartiscono l'Italia. Dal Tevere in giù è del sultano turco, mentre dal Tevere in su del re di Francia. Solo allora il Papa Clemente VII si spaventa e chiede aiuto a Carlo V. I Turchi nel frattempo prendono Malta, Cipro e arrivano a Lepanto. Duecentotrenta navi turche sono adesso in mare verso Roma. Il nuovo Papa Pio V, un ottantenne molto energico che ha appena concluso il Concilio di Trento riesce a mettere d'accordo Venezia e Spagna che uniscono le proprie flotte e vanno a scovare e a sconfiggere la flotta turca nella baia di Lepanto il 7 ottobre 1571. Duecento navi cristiane contro le duecentotrenta navi turche hanno la meglio anche grazie al vento, che da contrario inizia a soffiare a loro favore. In ricordo dell'aiuto della Madonna per vincere a Lepanto, il Papa istituisce la festa della "Regina delle vittorie", presto ribattezzata "Festa della Madonna del rosario" che sarà celebrata ogni 7 ottobre. Inoltre aggiunge alle litanie lauretane, l'invocazione "auxilium christianorum", aiuto dei cristiani.

LA BATTAGLIA DI VIENNA
Nel 1600 e fino al 1680 ci sono ancora battaglie ma l'Impero Ottomano inizia a sgretolarsi. Nel 1683 il Gran Visir turco pone l'ultimo grande assedio a Vienna. Marco D'Aviano è un frate cappuccino la cui fama si va diffondendo grazie ai miracoli che compie. Per questo diventa la guida spirituale dei più importanti imperatori europei. Cerca di convincerli del pericolo imminente che solo una nuova Crociata può fermare. Viene ascoltato e il ruolo decisivo lo avrà il re polacco, Jan Sobieski, il quale decide di scalare il Calemberg, la grande montagna alle spalle dei Turchi, dove il Gran Visir non aveva posto protezioni credendola invalicabile. Così l'esercito cristiano guidato da Sobieski piomba alle spalle dei Turchi alle tre del pomeriggio quando questi hanno il sole negli occhi. Liberano Vienna, i prigionieri e recuperano i tesori rubati. Era il 12 settembre 1683. Per ricordare questa straordinaria vittoria ottenuta ancora una volta per l'intercessione della Madonna, il Papa istituisce la festa del "nome di Maria" che sarà ricordato ogni 12 settembre. Gli attentati terroristici del 2001 alle torri gemelle a New York fu fatto significativamente l'11 settembre, il giorno prima della battaglia di Vienna, proprio a significare una simbolica rivincita della battaglia di Vienna.
Il prof. Viglione è stato eccezionale nello spiegare i fatti più salienti di questo immenso periodo storico in una sola serata. Quanto basta per comprendere che quattro secoli di storia in cui i musulmani hanno tentato di entrare in Europa per farci diventare islamici non possono essere dimenticati come invece oggi avviene. Questo è stato il più grande scontro di civiltà di tutti i secoli.
Da notare inoltre che l'islam ha perso, ma non è stato distrutto e ancora oggi il ruolo della Turchia è inquietante. Perfino i Persiani hanno sempre cercato l'alleanza con i Papi perché odiavano i Turchi. Questo è vero ancora, solo che oggi, purtroppo, ha tristemente concluso Viglione, non ci sono più cristiani pronti a difendere l'Europa.


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