Amici del Timone (Staggia Senese) n°63 del 08 novembre 2013

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IL VOLTO OSCURO DI UNA DOTTRINA PSEUDO-PACIFICA E DISTRUTTIVA
Dal mieloso e conformista Dalai Lama alla potente setta della Soka Gakkai: il buddismo è una dottrina che si adatta alle ideologie del momento
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La conferenza che si è svolta a Staggia Senese l'8 novembre ha visto la partecipazione di oltre centocinquanta persone. Il motivo di tale successo va cercato nel tema trattato: il buddismo, considerato dalla mentalità popolare come la religione della pace, del bene e associata alla figura del Dalai Lama, famoso un po' in tutto il mondo con il suo sorrisetto simpatico.
Roberto Dal Bosco, che di viaggi in Oriente ne ha fatti molti e di libri in materia ne ha studiati in quantità, sul Buddismo alla fine ne ha scritto uno lui. E proprio questo libro, assolutamente originale per l'Italia, ha presentato durante la conferenza che ha tenuto al Centro Culturale Amici del Timone di Staggia.
Già dal titolo, "Contro il Buddismo", si capisce l'opinione che si è fatto Dal Bosco in merito a questa religione e che, stranamente, differisce dall'opinione comune che c'è in giro.
L'autore ha spiegato, rifacendosi anche ai testi di Sir Monier Monier Williams, famoso sanscritista (il sanscrito è la lingua dei testi sacri buddisti), nato a Bombay, che la perfezione Buddista è il Nirvana. Questa parola etimologicamente significa "estinzione". Il Nirvana è il punto d'arrivo dell'Ottuplice sentiero dettato dal Budda, il premio di chi consegue l'illuminazione. Infatti, la prima delle quattro nobili verità proferite dal Budda sostiene che tutta l'esistenza è dolore, quindi non è insensato volersene andare, voler estinguere, cessare, fermare la vita. Questo è possibile dal momento che per il buddista non esiste una creazione, né un creatore. L'universo e tutte le cose che ne fanno parte sono, per il buddista, semplicemente una "emanazione" di qualcos'altro, un prodotto aleatorio non distinguibile dal suo originatore. Non essendoci una differenza fra creatore e creatura non esiste neanche un legame fra loro.
All'opposto, nella religione cristiana, fra Creatore e creatura c'è un rapporto d'amore e così dev'essere anche fra le creature. Questa indifferenza nei confronti del creatore, ma alla fin fine anche della creatura, presente nel buddismo, porta ad una spersonalizzazione. "Nel cosmo di Budda, noi non siamo persone, e forse nemmeno individui, ma "inspiegabili combinazioni transitorie di questo ciclo impersonale". L'Essere e la realtà sono in continuo divenire perché sono pura illusione, la vita stessa è come un sogno. Per la società occidentale, invece, la persona è importante, ha delle responsabilità e una dignità per cui la civiltà stessa si fonda attorno ad essa. Dal Bosco ha affermato: "I popoli del primo mondo attorno alla persona ci hanno costruito tutto: la famiglia, la democrazia, il pensiero, il diritto".
Il buddismo uccidendo il Creatore permette tutto: stupri, omicidi, perversioni sessuali, guerre. Un breve accenno alle perversioni sessuali l'autore l'ha fatto citando la pratica buddista del Tantra: una forma di raggiungimento della perfezione buddista attraverso una vita sola, senza bisogno di reincarnarsi. Tale pratica si basa in larga parte sul sesso e sulla consumazione di sostanze ripugnanti, come le feci, il sangue o addirittura la carne di cadaveri umani, proprio come avviene nei rituali di magia nera. Durante il rapporto sessuale che il discepolo adepto ha con la cavia prescelta (quasi sempre una bambina), egli deve praticare la ritenzione del seme, immaginandone la fantastica ascesa verso la mente, affinché non avvenga la procreazione.
La riduzione della persona a un nulla porta anche alla parificazione di tutti gli esseri viventi: un essere umano non è più di una bestia ed è per questo che legato al buddismo c'è anche la pratica vegetariana. E se, come abbiamo già visto, l'esistenza è solo dolore e quindi è lecito volersene andare, è normale puntare al distaccamento da ogni sentimento, cosa o persona. Questo, ha spiegato Dal Bosco, è molto pericoloso, perché porta ad una valutazione positiva del suicidio e anche delle uccisioni. Sono da ricordare a tal proposito la sanguinosa guerra condotta in nome del nulla buddista in Sri Lanka, quella nel Vietnam, paese molto cattolico che non piaceva ai buddisti e il sacrificio di tanti missionari martiri cristiani che furono i primi ad incontrare i buddisti in Tibet e a denunciarne la condotta e per questo uccisi dai monaci tibetani.
E' legata alla cultura buddista anche la prima bomba sperimentale che l'India di Indira Gandhi testò nel 1974, nel Pokhran: fu piazzata nel deserto di Thar a 108 metri di profondità nel terreno, numero che i buddisti ritengono sacro; e inoltre fu fatta esplodere in un giorno importante per il buddismo, cioè nel giorno del Vesak, il compleanno di Budda. Tanto che tale esperimento atomico fu chiamato "il sorriso di Budda".
In qualche modo questa condizione di freddo distaccamento da ogni tipo di sentimento assomiglia a quella dei serial killer, che sono incapaci di provare rimorso e qualsiasi tipo di emozione per gli atti criminali che compiono. E alcuni studiosi hanno dimostrato come questa condizione fosse stata acquisita anche da moltissimi tedeschi che lavoravano nei campi di concentramento.
Dal Bosco ha continuato facendo notare come, quest'odio verso la vita giustifichi l'aborto. In Giappone, ad esempio, negli anni '50 fu abortito un bimbo su 3.
Il buddismo ha iniziato veramente ad attecchire in Occidente nel '900, grazie alle prime conversioni o comunque frequentazioni buddiste di divi del cinema come Richard Gere, Steven Seagal, che in Tibet viene considerato la reincarnazione di un monaco buddista molto importante, o Huma Turman, la quale è stata cresciuta da genitori buddisti, seppur occidentali.

Hollywood è stato il trampolino di lancio del buddismo e adesso funziona come un'ambasciata per il Dalai Lama, in esilio dal Tibet che non è libero politicamente.
Il Dalai Lama, questa figura controversa, che in realtà rappresenta una percentuale esigua dei buddisti (solo i seguaci del buddismo tibetano), ormai è arrivato a rappresentare, ma solo nella mentalità occidentale, il buddismo in sé. Egli viene accolto come se fosse una specie di papa del buddismo.
Prima di frequentare Gere che, oltre a fargli da agente, finanzia le sue operazioni di propaganda del buddismo, in passato ha avuto ben altre frequentazioni: Michel Serrano, ad esempio, delirante nazista cileno che vedeva Hitler come una divinità; oppure Shoko Asahara, terrorista e guru stragista del buddismo tibetano, che ha avuto come scopo della sua azione uccidere il maggior numero possibile di giapponesi.
Ma il Buddismo ha avuto un così grande successo in Occidente anche grazie alla setta buddista giapponese della Soka Gakkai di cui fanno parte il calciatore Roberto Baggio e l'attrice Sabina Guzzanti, anche se questi nomi vengono spesso usati dai giornali impropriamente. Come quando, con la Gazzetta Ufficiale del 17 gennaio 2013, sono stati riconosciuti alle due maggiori associazioni, l'Unione Buddisti Italiani (UBI) e l'Unione Induisti Italiani (UII) molti privilegi. Il Corriere della Sera in quell'occasione citò la gioia proprio di questi due personaggi televisivi che però in realtà da gioire non avevano niente, visto che la Soka Gakkai non ha aderito a quelle associazioni e che, quindi, non ne ha ricevuto nessun guadagno. Ma tornando alla questione, in quella data la Repubblica Italiana si accordò con l'UBI e l'UII affinché ne venissero riconosciuti i luoghi di culto, le festività come il Vesak, spazi appartati nei cimiteri, la presenza di ministri di culto negli ospedali, nelle carceri, nelle case di riposo e la possibilità di dare loro l'8x1000. Proprio quest'ultima concessione, ha fatto notare giustamente Dal Bosco, pone un interrogativo molto forte e cioè come mai i "laici" (o forse si dovrebbe più opportunamente dire atei) del nostro tempo, impegnati da sempre sul fronte dell'abolizione dell'8x1000 alla Chiesa Cattolica, salutino invece come un gesto di grande civiltà l'attribuzione di tali soldi a tasche non cattoliche. "Si pone l'antica questione", ha sottolineato ancora Dal Bosco, "che vede una religione - quella cattolica - dotata di una linea di legittimità e rappresentanza perfettamente definita (la cui discendenza è certificata sino a poter risalire nella catena millenaria al Dio incarnato) contro la massa acefala delle religioni non cristiane, che sono un pulviscolo di sigle, denominazioni, sette spesso in lotta anche fisica fra loro, in un quadro generale contraddittorio e pericoloso". La risposta la troviamo nella matrice relativista presente nel buddismo, così come nella cultura occidentale moderna. L'Occidente, non godendo più degli anticorpi che la cultura cattolica con la trasmissione dei suoi valori apportava, è una realtà vuota in cui tutto è relativo ed entro cui qualunque virus attecchisce. Se si pensa poi che la mentalità odierna è permeata dall'ideologia della sovrappopolazione, che vede l'uomo come cancro del pianeta, provocatore di tutto ciò che esiste di male sulla Terra (buco dell'ozono, inquinamento terrestre, riscaldamento del pianeta, deforestazione ecc.), per tale mentalità il buddismo, insegnando ad annientare l'umanità, è la migliore soluzione.
Inoltre nel buddismo non esiste il senso del peccato. I demoni, che esistono (il Tibet ha come protettore il demone Padden Lhamo), non vengono però scacciati come nella religione cattolica, bensì sottomessi e ascoltati attraverso gli oracoli. Quest'ultimi altro non sono che persone possedute da demoni, i quali parlano attraverso di loro durante momenti di evocazione degli spiriti.
E non c'è niente di meglio, per una società che ha completamente perso di vista i valori morali, di una religione che non assilla con divieti e peccati, che sdogana i tabù sessuali e che rende apparentemente ogni uomo libero di compiere qualsiasi azione senza che questa assuma la connotazione di bene o di male.
Un lungo applauso ha concluso la serata, segno che la 63° conferenza organizzata dal Centro Culturale "Amici del Timone" di Staggia Senese è stata, non solo gradita, ma è risultata un approfondimento di cui c'era davvero bisogno.

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